Chi fu Filippo Mazzei
Quella di Filippo Mazzei (1730-1816) è una grande storia, curiosamente poco nota ma di grande rilievo. Questo fiorentino di Poggio a Caiano ventenne cominciò la sua carriera di giramondo come medico a Firenze Livorno e poi Smirne, fu a Londra come commerciante, ebbe momenti di familiarità con il Granduca Leopoldo di Toscana e, da lui richiesto di procuragli le stufe disegnate da Benjamin Franklin, strinse amicizia con questi e fu lanciato nell’avventura americana, la più grande della sua vita. Portò in Virginia contadini toscani, vino, olive, idee per le coltivazioni,il testo Dei delitti e delle Pene che Jefferson leggerà in italiano, seta, grano, stoffe, e là in quello stato fertile di idee e di uomini illustri, conobbe e fu amico dei primi cinque presidenti Usa George Washington, Thomas Jefferson, John Adams ed altri.
Partecipò alla rivoluzione americana e alla stesura delle mitiche carte dei diritti,( a lui J.F.K attribuisce nel suo libro A Nation of Immigrants la frase copiata da Jefferson sull’uguaglianza tra gli uomini e la ricerca della felicità ) fu ambasciatore dello Stato della Virginia a Parigi, e contestualmente divenne fiduciario del re Stanislao di Polonia alla corte di Versailleis. Partecipò alla Rivoluzione francese e conobbe tutti: da Maria Antonietta a Mirabeau, da Condorcet a Marat, da Lavoiser Nelle sue scintillanti memorie, uno dei testi più curiosi del XVIII secolo, ha raccontato un’avventura intellettuale unica tra due mondi, con la vivacità e la fantasia di un figlio del secolo Lumi.
Apparteneva al genere dei grandi eroi cosmopoliti senza frontiere del settecento: fu un po’ Casanova e un po’ Cagliostro, ma con assai maggiore profondità, con raro talento diplomatico e politico, con vasti orizzonti intellettuali e con una inesauribile ironia.
Partecipò da protagonista alle grandi vicende del suo secolo, conobbe gli uomini più rappresentativi, fu «impresario»di cultura e politica tra Europa ed America ed è stato l’italiano che più ha fatto conoscere l’ideologia e i costumi dell’America in Europa, prima di Tocqueville. Visse gli ultimi decenni della sua vita a Pisa, dove visse da novello Socrate per la gioventù intellettuale pisana e toscana e vi scrisse le sue memorie e dove è sepolto, nella chiesa del cimitero suburbano.
Mazzei è una grande figura della nostra storia: paragonabile come senso dell’avventura a Cristoforo Colombo e a Garibaldi, come sete di cultura e di conoscenza a Beccaria, Algarotti ed Alfieri di cui fu anche amico. Figura non provinciale: cittadino del mondo, cosmopolita d’istinto.
E’ tempo di riparare ad un’ingiustizia per un Casanova alla corte di George Washington. Quella di Mazzei è una storia incredibile tipica degli uomini dell’illuminismo e dell’età moderna. Nato a Poggio a Caiano nel 1730 è medico a Firenze Livorno e nel 1755 a Smirne ( Turchia) Annoiatosi lo ritroviamo a Londra commerciante quando gli viene commissionato per il Granduca Leopoldo di Toscana l’acquisto di stufe da un certo Benjamin Franklin che lo porterà a conoscere quella comunità di inglesi americani desiderosi di staccare le terre d’oltremare dalla servitù di tasse e gabelle e dal giogo monarchico per costruire una società nuova.
Il Mazzei, nel 1773, dopo un breve ritorno in Toscana, si trasferì da Livorno in Virginia con viti, piante e testi ( Dei delitti e delle Pene del Beccaria) comprando casa su una collina, battezzata Poggio, vicino a quella di Thomas Jefferson, la famosa. Monticello Sposo della causa rivoluzionaria, ne ispirò contenuti costituzionali e strategie come ascoltato consigliere dei padri fondatori come ricorda John F Kennedy nel suo libro “USA, una nazione di Emigranti.
Dopo la rivoluzione americana ritroviamo il nostro toscano a Parigi ambasciatore a Versailles dello Stato della Virginia con Franklin degli interi Stati Uniti, amico di Condorcet, del pittore David, del compagno della Contessa D’albany, un certo Vittorio Alfieri e del sodale di tante vicende americane Marchese La Fayette. Testimone e diffusore di idee durante la rivoluzione francese non apprezza la sua fase giacobina e se ne allontana accettando di recarsi a Varsavia come primo consigliere del re di Polonia Stanislao che tanto lo aveva apprezzato nelle sue visite parigine.
Preso atto della mollezza del re e dei suoi inascoltati consigli su come reagire alle mire sul giovane stato di Austria Russia e Prussia lascia il re con rammarico per tornare in Italia dove, diretto a Livorno da cugini, nella sosta pisana decide di permanervi, prendere casa (l’allora via della Cariola ora via Giordano Bruno) dove continuerà a scriversi con gli amici americani, tra cui Madison, Jefferson,Latrobe La Fayette, informandoli delle vicende europee curando al contempo i suoi affari Fondò un circolo massonico nella “diacciaia” dell’Ussero intitolato a Napoleone Bonaparte e visse la Pisa dell’epopea del grande corso e successivamente del restaurato Granducato tollerato dalla polizia sebbene subisse, lui antigiacobino, un processo per giacobinismo nel 1799 la cui difesa ebbe la meglio con le scuse dei giudici.
A settanta anni intraprese ancora un viaggio in carrozza a San Pietroburgo per rivendicare allo Zar Alessandro, i suoi diritti su delle rendite di terreni polacchi occupati dai russi nella guerra dei sette anni Lo Zar, appresa la storia di vita di Mazzei lo ricevette, stupito e onorato di trovarsi al cospetto di cotanto uomo dalla grande storia di vita, non mancando di confermare le rendite dovute ed aumentandogliele.
Mori nella fede cristiana a 82 anni, tra le sue Memorie e le sue piante del suo amato giardino dove con lo pseudonimo di Philip the Gardener si dilettò fino all’ultimo a piantare viti e sementi americane che gli spediva l’amico Jefferson.Sepolto nella chiesetta del Cimitero Suburbano di via Pietrasantina con un lascito importante alla chiesa di S.Martino lasciò una figlia, Elisabetta, nata dalla relazione con la giovane serva Tonina Antoni sposata nel 1796 a sessantacinque anni i cui eredi riconosciuti in Pisa sono oggi i membri della famiglia Maruzzi...
La biografia
Quella di Mazzei è una storia incredibile tipica degli uomini dell’illuminismo e dell’età moderna. Nato a Poggio a Caiano nel 1730 è medico a Firenze Livorno e nel 1755 a Smirne ( Turchia) Annoiatosi lo ritroviamo a Londra commerciante quando gli viene commissionato per il Granduca Leopoldo di Toscana l’acquisto di stufe da un certo Benjamin Franklin che lo porterà a conoscere quella comunità di inglesi americani desiderosi di staccare le terre d’oltremare dalla servitù di tasse e gabelle e dal giogo monarchico per costruire una società nuova .
Il Mazzei, nel 1773, dopo un breve ritorno in Toscana, si trasferì da Livorno in Virginia con viti, piante e testi ( Dei delitti e delle Pene del Beccaria) comprando casa su una collina, battezzata Poggio, vicino a quella di Thomas Jefferson, la famosa Monticello.
Sposo della causa rivoluzionaria, ne ispirò contenuti costituzionali e strategie come ascoltato onsigliere dei padri fondatori come ricorda John F Kennedy nel suo libro “USA, una nazione di Emigranti.
Dopo la rivoluzione americana ritroviamo il nostro toscano a Parigi ambasciatore a Versailles dello Stato della Virginia con Franklin degli interi Stati Uniti, amico di Condorcet , del pittore David, del compagno della Contessa D’albany, un certo Vittorio Alfieri e del sodale di tante vicende americane Marchese La Fayette. Testimone e diffusore di idee durante la rivoluzione francese non apprezza la sua fase giacobina e se ne allontana accettando di recarsi a Varsavia come primo consigliere del re di Polonia Stanislao che tanto lo aveva apprezzato nelle sue visite parigine. Preso atto della mollezza del re e dei suoi inascoltati consigli su come reagire alle mire sul giovane stato di Austria Russia e Prussia lascia il re con rammarico per tornare in Italia dove, diretto a Livorno da cugini, nella sosta pisana decide di permanervi, prendere casa (l’allora via della Cariola ora via Giordano Bruno) dove continuerà a scriversi con gli amici americani, tra cui Madison, Jefferson,Latrobe La Fayette, informandoli delle vicende europee curando al contempo i suoi affari.
Fondò un circolo massonico nella “diacciaia” dell’Ussero intitolato a Napoleone Bonaparte e visse la Pisa dell’epopea del grande corso e successivamente del restaurato Granducato tollerato dalla polizia sebbene subìsse, lui antigiacobino, un processo per giacobinismo nel 1799 la cui difesa ebbe la meglio con le scuse dei giudici. A settanta anni intraprese ancora un viaggio in carrozza a San Pietroburgo per rivendicare allo Zar Alessandro, i suoi diritti su delle rendite di terreni polacchi occupati dai russi nella guerra dei sette anni.
Lo Zar, appresa la storia di vita di Mazzei lo ricevette , stupito e onorato di trovarsi al cospetto di cotanto uomo dalla grande storia di vita, non mancando di confermare le rendite dovute ed aumentandogliele. Mori nella fede cristiana a 82 anni, tra le sue Memorie e le sue piante del suo amato giardino dove con lo pseudonimo di Philip the Gardener si dilettò fino all’ultimo a piantare viti e sementi americane che gli spediva l’amico Jefferson.Sepolto nella chiesetta del Cimitero Suburbano di via Pietrasantina con un lascito importante alla chiesa di S.Martino lasciò una figlia, Elisabetta , nata dalla relazione con la giovane serva Tonina Antoni sposata nel 1796 a sessantacinque anni i cui eredi riconosciuti in Pisa sono oggi i membri della famiglia Maruzzi...
Le ragioni del Circolo Mazzei
Con alle spalle un esempio di simile vocazione liberale nel senso più autentico di una cultura della libertà dell’individuo nell’ampiezza dei suoi interessi e delle sue potenzialità, il Circolo «Mazzei» non poteva che qualificarsi nel solco dell’esperienza dell’illustre toscano che fece l’America».
Le sue attività, pertanto, sono orientate da quello spirito liberale e laico che significa promozione della persona e dei suoi diritti, completa apertura a qualsiasi contributo di discussione e crescita purché, come puntualizza lo statuto del Circolo, non in contrasto con questi principi culturali e, in qualche modo, spirituali. Il Circolo è libero da legami con partiti ma si riserva di intendere la politica come servizio ai cittadini e le riassorbe quindi nel suo credo liberale difendendone e rivendicandone la tradizione culturale della civiltà occidentale di cui ognuno di noi fa parte, come bagaglio irrinunciabile di una comune identità civile e politica. Il Circolo ha fede nella democrazia che nasce dal confronto e crede nel dibattito come fonte di crescita comune.
In quest’ottica le attività del Circolo sono indirizzate alla valorizzazione delle discipline a cui il Mazzei si dedicò in vita: alla politica, quella estera in particolare, come al giornalismo, all’agricoltura come alla economia ed i commerci come alla medicina.
Presentazioni di libri, iniziative di raccolta fondi o di volontariato a tutela del nostro patrimonio culturale non dimentico di promuovere e tutelare l’italian food nelle sue innumerevoli occasioni di cene sociali e non dimentico della sua natura di associazione dedita all’amicizia ed alla promozione e lo scambio culturale con i popoli in particolare con gli Usa tra feste e cene sociali momenti di aggregazione e socialità indispensabili, questo il Circolo Mazzei di Pisa. Un ampia offerta di iniziative di cadenza mensile per misurarsi con la nostra storia per le sfide della modernità da “illuministi del futuro”